Identità di brand come chiave di successo

30.07.2020

Sinergie, accordi tra marchi, fusioni, piattaforme condivise: un mondo che sembra andare irremissibilmente verso una perdita di identità, e invece no. Proprio per differenziarsi all'interno di questa inevitabile accentramento in Gruppi dei singoli marchi, per motivi di sostenibilità economica, mi sembra di intravedere una ricerca nel riproporre la propria storia e dna. A volte basta un particolare nel design, un dettaglio all'interno dell'abitacolo, per citare il meglio della propria storia e regalare un tocco di emozionalità secondo me sempre indispensabile. Un discorso senza dubbio valido e patrimonio inestimabile giocato alla perfezione dai marchi più esclusivi e prestigiosi, ma sempre più utilizzato anche dai cosiddetti generalisti, quantomeno dai più attenti a preservare la differenziazione tra i marchi. Un esempio recente che mi ha colpito anche per motivi sentimentali personali, è quello di Opel. Un marchio che sta vivendo un momento di grande successo dopo anni opachi che proprio nell'alveo virtuoso del Gruppo PSA ha ritrovato le sue radici più autentiche. Parlavo di sentimento perché la Opel Manta prima serie, per la precisione una 1.6 SR, è stata la prima vettura che ho visto nella mia vita e che mi ha accompagnato da 0 ai primi anni di di scuola. Gialla con cofano nero e legata a mille ricordi che qualsiasi bambino può avere della vettura del suo papà...Vedendo le foto della futura SUV Coupé compatta Mokka, il mio cassetto segreto dei ricordi si è aperto: nulla a che vedere con la coupé di metà anni 70, ma un family feeling, come si dice ora, che inequivocabilmente richiama la storia di Opel. Dalla colorazione, alla calandra con nuovo logo, la citazione è tanto subliminale, quanto secondo me riuscita. Pensare al futuro, non dimenticando il passato (lo so, lo ripeto fin troppo spesso), trovo sia una formidabile chiave di successo per marchi che una storia la hanno. Viceversa disperderebbero un patrimonio che, se ben giocato, gli concederà sempre un vantaggio sui nuovi player che una storia non ce la hanno.

Marco Fasoli