Social: leggere attentamente le modalità d'uso e le controindicazioni.

21.05.2025

Oggi molti si lamentano di quello che sono diventati i social, ma il problema penso che sia molto più ampio.

C'è stato un tempo in cui Facebook è stato una sorta di Eldorado, uno strumento potentissimo per conoscere e farsi conoscere, confrontarsi con realtà molto differenti da noi…era uno specchio della realtà, amplificato ed in grado ad arrivare, raggiungere e farsi raggiungere da un numero di persone fino ad allora impensabile, una grande opportunità.

Con il tempo la potenza e la diffusione di questo strumento ha cambiato le cose. Per molti è diventato una valvola di sfogo, per altri un passatempo dove giocare. Il linguaggio diventava diverso da quello della vita reale, gli atteggiamenti anche. Alla voglia di confrontarsi, conoscere e farsi conoscere, si sono sostituite voglia di stupire e di essere stupiti, poca voglia di ascoltare e molta di imporre il proprio sé. Dentro quella scatola tutto era "mi piace" e "non mi piace" ed è difficile fare rientrare in quelle due categorie "tutto", anche quello che non conosciamo, che non sappiamo e che magari nemmeno dovrebbero interessarci, il tutto con un modo forzato di confronto in cui affermare le proprie opinioni senza ascoltare minimamente quelle degli altri. Da confronto a scontro è stato un attimo. Non rappresentava più uno specchio della realtà, ma un mondo a parte, meno interessante per alcuni, divertentissimo per altri e in qualche modo terapeutico per sfogare insoddisfazioni, frustrazioni o semplicemente una brutta giornata.

Oggi siamo alla terza evoluzione, il paradigma si è rovesciato completamente. Oggi purtroppo spesso è la realtà ad essere diventata lo specchio di quel modo. Nessuno pensava che quella terapia avesse controindicazioni tanto forti. E allora ecco uscire fuori da quella "potentissima scatola" incapacità di comunicare, di ascoltare, di comprendere, ipertrofia di ego artificiali che davanti alla realtà rivelano tutta la loro fragilità, chiusura in se stessi.

Un disastro? Quindi giusto combatterli come un pericoloso nemico? No, o almeno non in assoluto.

Basterebbe ricordarsi che sono solo scatole, che non hanno una vita propria, che siamo noi a riempirli di contenuti e dovremmo essere sempre noi a decidere con che cosa, che come ogni attività l'abuso non è mai sano, che più tempo ci passiamo, meno ne avremo per altro (anche questa dovrebbe essere una scelta), che magari tutte queste attenzioni sono difficili da comprendere e gestire per un ragazzino di 10 anni che viene bombardato da mille stimoli. Del resto anche prima dei social non è che fosse sano stare 12 ore al giorno davanti alla TV da soli senza alcuna supervisione.

Temo che oggi, purtroppo, non siano i social ad essere diventati "cattivi"….

È che non ne consideriamo le controindicazioni e le modalità di uso, gli effetti dell'abuso, la potenza e le condizioni necessarie per affrontare quel tutto, tutto insieme. Come sempre però dipende tutto da noi, da scelte.

Marco Fasoli