Tullio Abbate, l’uomo che vedeva “strade” dove non c’erano

09.04.2020

Oggi se ne è andato Tullio Abbate, portato via da questo maledetto virus...come tanti, come troppi. Da appassionato di nautica, che già da bambino si fermava nei porti ad ammirare i suoi motoscafi dalle linee affilatissime, non posso non dedicare un pensiero a questo gigante della nautica che ha saputo realizzare i suoi sogni e quelli dei suoi clienti.

Tullio Abbate ha avuto la fortuna di nascere con un dna che indubbiamente lo ha aiutato nella sua straordinaria carriera. Tra le meraviglie e l'eleganza del Lago di Como, Villa d'Este, Cernobbio ed una zona che ha rappresentato la culla della motonautica italiana veloce, anzi velocissima e un padre già detentore con le sue barche di record internazionali e straordinario maestro d'ascia nella realizzazione di meravigliosi motoscafi in legno. Tutto previsto quindi. Ma proprio qui inizia la storia di Tullio, appassionato come il padre, ma con una visione propria ed idee assolutamente innovative. La prima barca realizzata da Tullio fu infatti anche la prima realizzata, sotto lo sguardo diffidente del padre, in vetroresina. Una rivoluzione per il cantiere che sotto alla sua guida ha realizzato barche meravigliose e tutte accomunate dalla passione per la velocità. Passione che lo ha portato a vincere ogni tipo di titolo alla guida delle sue barche. Sogni per gli appassionati tutti nati in quella splendida cornice, quel tratto di Lago dove ogni progetto veniva collaudato. Una strada immaginaria, che vedeva solo lui, come è stato in grado di vederne anche nel campo della progettazione. Una gamma dai 23 ai 53 piedi, apprezzata da clienti speciali, anche loro appassionati di quella velocità che è stata fil rouge di tutta la vita del suo creatore. A 76 anni, ne sono certo, aveva ancora altri sogni da realizzare, ma mi piace ricordarlo con la sua ultima creazione, il Villa d'Este Special, un motoscafo dalle linee come sempre filanti, ma di impostazione classica e che ha segnato il ritorno alla costruzione in legno tanta cara a suo padre. Forse ora ne staranno parlando insieme e forse anche in questo momento, loro, saranno riusciti a trovare una strada dove noi non la possiamo vedere.

Marco Fasoli