Comunicazione - Non concludere nulla e rimandare alla prossima “puntata”: perfetto solo le soap

24.04.2020

Oggi torno a parlare di comunicazione e di come questa debba essere differente in base agli obiettivi che si prefigge. Generalmente ritengo efficace un messaggio che arrivi diretto, chiaro e senza dare adito ad interpretazioni, questo ovviamente se l'idea è chiara ed inequivocabile nella testa di chi comunica. In situazioni particolari è possibile che non divulgare messaggi troppo espliciti e tranchant sia un accettabile compromesso quando le idee non sono molto chiare su un determinato tema, in questo modo si possono lasciare aperti spazi per eventualmente correggere il tiro. Per mettere in atto questo tipo di comunicazione occorre essere molto abili, perché l'indecisione e le incertezze non devono mai trasparire al proprio pubblico di riferimento. In pratica si tratta di un delicatissimo equilibrio tra la prima formula della chiarezza, senza per questo mettersi in un angolo senza possibilità di uscite successive. Quello che però, secondo me, non deve mai appartenere a questo tipo di attività, è l'inconcludenza. Non c'è nulla di più deleterio che far arrivare un messaggio che possa trasmettere la sensazione di non avere detto nulla di significativo. Sia in comunicati informativi, che emozionali, di qualsiasi natura, deve esserci qualcosa che colpisce il proprio target. Qualcosa di inaspettato, di sconosciuto o, semplicemente un'emozione. La strategia di non concludere nulla per rimandare tutto al prossimo messaggio, allo scopo di tenere l'attenzione del publico su di sé, trovo che sia formidabile solo nelle soap opera e anche in quel caso solo se mirata ad un determinato target...

Marco Fasoli