Continuando a immaginare il dopo, perché il presente ci sta stretto

09.04.2020

Approfitto di questi momenti di riflessione, un po' per scrollarmi di dosso l'ansia, un po' per condividere con voi qualche riflessione che forse può aiutare a immaginare un futuro meno nero di quello che ci sembra oggi. Certo, per fare questo bisogna estraniarsi dalla attuale quotidianità, ma immaginare un futuro migliore credo sia sempre e da sempre, l'unico stimolo per ogni azione che compiamo. Se non immaginassimo che il domani sia migliore, anche senza alcuna base razionale per farlo, non avrebbe senso nulla. Oggi siamo tutti chiusi nelle nostre case, un guscio, sembra l'unico, in grado di proteggerci veramente, ma domani? Quando torneremo gradualmente ad una vita normale, dove per normale non vuole dire come prima, perché credo fermamente che questa esperienza ci cambierà e cambierà molte cose che forse sarebbero dovute cambiare in ogni caso, ma che questo tempo ci ha concesso di farcene prendere coscienza, quale sarà il mezzo che ci concederà più possibilità per tornare ad una nuova forma di libertà se non l'automobile. Un po' per gioco un po' perché ne sono fermamente convinto e ve ne ho già parlato, oggi immagino come l'automobile torni ad essere centrale nelle nostre vite, come e più di ieri, rappresentando un'estensione della nostra casa, rappresentando l'incarnazione perfetta di un, per forza di cose nuovo, stile di vita. Con l'auto potremo tornare a viaggiare sicuramente prima che sui mezzi ad alta frequentazione, potremo sognare davanti ad uno schermo di un drive in, potremo mangiare con amici e familiari scegliendoci il panorama, potremo persino dormirci, attrezzandola da campeggio, scoprire posti mai presi in considerazione prima, troppo presi a sfogliare cataloghi per villaggi "artificiali" raggiungibili con scomodi voli low cost...tornare a vivere e disegnare il nostro piccolo mondo dove, ne sono convinto, l'automobile tornerà sempre più centrale e noi forse più consapevoli ed in grado di apprezzare cose che prima davamo per scontate, o non consideravamo più.

Marco Fasoli