Effeffe Berlinetta: esempio di eccellenza italiana che porta nel futuro concetti del passato

17.04.2020

Nelle due ruote è oramai consolidato il successo di moto dalle forme ispirate ai canoni essenziali sempiterni del passato, semplici, leggere e realizzate per il puro piacere di guidare. La funzione diventa forma e poi ti accorgi che il risultato si avvicina molto a quell'ideale di bellezza senza tempo fatto di linee pulite, essenziali, tutto è come dovrebbe essere, niente di più, niente di meno...tutto quello che serve per appagare sguardo e spirito. Perché questo tipo di oggetti riescono a non invecchiare, perché l'ultimo modello super futuristico con linee azzardate dopo tre anni smette di piacerci e assume quell'aria da camicia stropicciata? Perché invece ci sono modelli che che rimangono pressoché immutati per decenni, conservando tutto il loro fascino? La risposta credo sia nella capacità dei suoi progettisti ed ideatori di metterci dentro un'anima, di non puntare tutto su performance, high tech e tecnologia, ma di preferire l'equilibrio. Sono ricette eterne, che, pensando ed auspicando ad un nuovo rinascimento o, più modestamente a una nuova fase di ripresa in cui credo dovremo ripensare molte cose, potrebbero essere la miccia per riaccendere l'interesse e la passione. Alla base della creazione di questi progetti, che siano prodotti di nicchia, come nelle automobili, o oramai un vero e proprio segmento trainante seguito anche dai grandi costruttori, come nel caso delle moto, alla base c'è sempre la capacità e la voglia di osare, di proporre qualcosa di diverso, di staccarsi dal mainstream, tutte operazioni che richiedono come presupposto la passione. Questa premessa per introdurre un esempio nel settore delle automobili, una storia tutta italiana e legata a doppio filo con la nostra migliore tradizione motoristica. Tutto nasce in Brianza nel 2015, quando Leonardo e Vittorio Frigerio coronano il loro sogno presentando il loro progetto Berlinetta sul circuito di Monza. Effeffe è il nome di questo nuovo brand che a cinque anni dal quel presentazione, è già riuscito a fregiarsi di innumerevoli riconoscimenti diventando in breve tempo un sogno per appassionati, Il sogno dei suoi creatori che diventa sogno per gli appassionati è un altra caratteristica comune di questo tipo di realizzazioni. Berlinetta è certamente un prodotto per pochi, realizzato artigianalmente con una maniacale cura per ogni dettaglio; dal telaio a tralicci in acciaio alla scocca interamente in alluminio per un peso a secco di 780 kg. Il dna ispirato alle alle Alfa Romeo degli anni d'oro quando le rosse di Arese vincevano in ogni tipo di competizione, così come Alfa Romeo doc sono anche i propulsori abbinabili: dagli storici 2.0 a carburatori da 180 CV, fino ai Twin Spark e ai 1.8 e 2.0 turbo per arrivare al mitico V6 3.0 Busso. Una vettura dal fascino senza tempo, fatta per essere guidata, ma inevitabilmente anche ammirata, esclusiva e per pochissimi. Credo tuttavia che semplicità, leggerezza, linee neoclassiche abbinate a tutto quello che serve in tema di sicurezza e tecnologia ridotta all'essenziale, ma nulla di più, tornare a giocare sulla leggerezza per ottenere prestazioni e contenimento del consumi, sono convinto che tornare a raccontare di rapporto peso/potenza più che di potenza assoluta, di piacere di guida più che di "numeri", di bellezza e forme evocative, più che di Matrix Led, laser e connettività estrema, possa essere magari non la strada principale, ma sicuramente un bel sentiero da esplorare. Credo che il settore delle motociclette, che, almeno finora, è riuscito a non perdere quel lato emozionale e a fare propri questi concetti, debba essere preso ad esempio. Una gamma "heritage", o come la si vorrà definire, anche nelle quattro ruote, potrebbe riservare le stesse sorprese in termini di rivitalizzazione di un segmento che più di quello delle due ruote ha forse perso qualcosa.

Marco Fasoli