L’elettrificazione impone di puntare sui servizi

18.03.2019

Al di la dei discorsi ambientalistici già affrontati, dei reali vantaggi di una diffusione di auto elettriche senza lo sviluppo di creazione di energia da fonti rinnovabili e "pulite", ci sono altre implicazione strettamente economiche che impatteranno inevitabilmente sul comparto. Un'auto elettrica necessita di manutenzione sensibilmente ridotta rispetto ad una tradizionale, con relative conseguenze sulle marginalità dei dealer. A seconda dei modelli e dei segmenti di apparenza, i costi di manutenzione in un ciclo vita stimato nella durata del pacchetto batterie (approssimativamente una decina di anni), sono inferiori dal 30 al 60 % rispetto ad una vettura tradizionale. La meccanica, ma anche gli pneumatici e il minoro numero di componenti sono soggetti a minore usura con conseguenze inevitabili sugli asset di ricavo dei centri di assistenza. A compensare in parte questa conseguenza ci penserà la parte elettronica sempre più presente e sofisticata. Ma la conseguenza più eclatante, la stiamo già osservando da parte delle Case costruttrici, è una sempre più predominante attenzione verso l'offerta di servizi. Noleggi, leasing, sostituzione pacchetti batterie rapidi o ricariche, car sharing e car pooling acquisteranno sempre più valore all'interno degli asset economici a dispetto degli introiti derivanti dagli interventi di service tradizionali. Tutto questo nel medio termine, ma sul lungo periodo quando il ciclo vita delle batterie si sarà esaurito cosa succederà? Al momento il costo di sostituzione, senza contare il problema dello smaltimento, supererà di gran lunga il valore residuo della vettura. A titolo esemplificativo un pacchetto batterie di una BMW i3 ha un costo ricambio che sfiora i 20 mila Euro, rendendo di fatto antieconomica l'operazione da parte del cliente. Alla luce di queste considerazioni, assodato che tutte le Case stanno spingendo in questa direzione, credo sia opportuno approcciarsi alla rivoluzione in corso con estrema cautela. Problemi di inquinamento alla fonte data dalla produzione di energia ancora legata a processi "sporchi", problemi di smaltimento, impatti economici sulla filiera sono aspetti da non sottovalutare. Ogni rivoluzione ha il suo prezzo, non esiste la soluzione perfetta e se, come per magia, tutto il parco circolante si trasformasse in elettrico, allo stato attuale i problemi sarebbero nella migliore delle ipotesi pari ai benefici. Staremo a vedere, io resto convinto che un approccio che continui a proporre diverse soluzioni sia quello più virtuoso. Elettrico nei centri cittadini, ibrido e termico che convivono insieme, ognuno con le sue propedeuticità a seconda dell'utilizzo che se ne intende fare. Un altro discorso è quello politico, con l'esigenza da parte delle Case di rientrare in parametri di emissioni medie delle proprie gamme. E se questa spinta a proporre modelli full Electric, soprattutto da parte di Case che per numeri e diffusione impattano in modo irrilevante sull'ambiente fosse solo un modo per evitare di incorrere sanzioni miliardarie?

Marco Fasoli