Non è sempre colpa di qualcun altro
Sarà che ci siamo abituati ad essere "coccolati" dall'algoritmo che ci fa vedere solo quello vicino al nostro modo di pensare, di consumare e ai nostri gusti ed opinioni, sarà che ci siamo assuefatti a dividere il mondo come fosse un post di FB in "mi piace" e "non mi piace", sarà che ci raccontiamo spesso in modo non sincero, ma finalizzato a piacere, a sentirci inclusi tra la gente "che piace", disegnandoci un mondo ed una realtà che non sono proprio uguali a quelli reali, ma questa retorica del io sarei perfetto, sono gli altri che….inizia a diventare grottesca e noiosa.
Tutti ci rendiamo conto che la nostra società ha dei problemi sempre più acutizzati, ma viene molto più facile idealizzare un mondo perfetto perfetto, rovinato da qualcun altro.
Non è proprio così. Se la nostra società è malata lo è per intero, non ci sono barriere che dividono una parte sana, da una patologica e fino a che non prenderemo coscienza di questo, sarà difficile trovare la cura.
Noi siamo pieni di valori, sono gli altri che ce li distruggono…ma dove? Di quali valori parliamo?
Certo è più difficile sentirsi parte del problema, molto più facile scaricare sugli altri, ma davvero pensiamo che la nostra società sarebbe perfetta senza i cattivi?
Proviamo a togliere dai nostri pensieri i "cattivi di turno", che cambiano a seconda dell'argomento trattato….cosa rimane? Quel paradiso terrestre di perfezione, valori e buoni sentimenti che ci raccontiamo? Io credo di no, togliendo l'alibi del nemico, ci renderemmo conto di quello che siamo diventati, dei valori (o disvalori) con cui sono cresciuti i nostri ragazzi, di cosa sono diventate le nostre famiglie, le nostre scuole, il nostro modo di comunicare.
Serve una presa di coscienza. Un po' come per chi ha una dipendenza, fino a quando non riconosce di avere un problema, non ne uscirà mai. Ecco, abbiamo più di un problema, noi, non gli altri, da qui si potrà ripartire.
Marco Fasoli